Con oltre 1000 capitoli e un mondo narrativo vastissimo, è facile pensare che One Piece sia nato con l’obiettivo di durare decenni. Ma la verità è molto diversa...
In questo articolo scopriamo perché One Piece doveva finire nel 2002, cosa ha fatto cambiare idea a Oda, e come la storia si è trasformata in una delle epopee più grandi mai raccontate.
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One Piece doveva durare solo 5 anni: ecco cosa è andato “storto”
Può sembrare assurdo oggi, ma One Piece, il manga più venduto della storia, doveva concludersi nel giro di cinque anni. L’idea iniziale di Eiichiro Oda era raccontare un’avventura compatta, con un percorso preciso: trovare il leggendario tesoro, svelare il mistero del mondo e chiudere il sipario.
Quando nel 1997 venne pubblicato il primo capitolo su Weekly Shonen Jump, Oda aveva già in mente la fine della storia. Ma non aveva previsto una cosa: il successo clamoroso.
Il successo ha riscritto il destino della ciurma
Con ogni nuovo personaggio introdotto – da Zoro a Nami, da Usopp a Sanji – i fan si affezionavano sempre di più. Ogni saga portava con sé nuovi misteri, nuove isole, nuove organizzazioni segrete.
Oda stesso ha ammesso più volte che si è “fatto prendere la mano”. Il suo mondo è diventato più grande, più profondo, più vivo. Il successo di pubblico e la libertà creativa concessa dalla casa editrice lo hanno spinto a espandere la trama.
Nel 2002, invece di concludere, One Piece era appena entrato nell’Arco di Alabasta – uno dei primi snodi fondamentali della storia.
Un mondo troppo ricco per chiudersi in fretta
Uno dei motivi principali per cui One Piece continua ancora oggi è la complessità del suo universo narrativo. Oda ha costruito un mondo interconnesso che va ben oltre la semplice caccia al tesoro:
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Tre Grandi Potenze: Marina, Yonkō, Governo Mondiale
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Frutti del Diavolo e abilità uniche
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Poneglyphs e Armi Ancestrali, chiavi del misterioso Secolo Buio
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I Reverie, le razze del mondo, i Rivoluzionari
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E ovviamente… la Volontà della D.
Ogni elemento ha richiesto tempo per essere esplorato. E ogni nuovo dettaglio ha reso impossibile chiudere tutto in pochi anni.
Oda e la gestione del tempo: “Tra 5 anni finisce!” (da 15 anni)
Dal 2007 in poi, Oda ha più volte dichiarato che la serie si avvicinava alla fine. Ma ogni volta, nuovi archi narrativi si sono aggiunti: Sabaody, Impel Down, Marineford, Whole Cake Island, Wano.
Nel 2020, con l’inizio della “saga finale”, l’autore ha confermato che ci stiamo avvicinando al gran finale. Ma i fan lo sanno bene: con Oda, tutto è possibile. E nessuno ha davvero fretta che finisca.
Il finale non è cambiato
La cosa più affascinante? Il finale di One Piece è sempre lo stesso, sin dall’inizio. Oda ha raccontato di averlo pianificato nei minimi dettagli e di non averlo mai modificato, anche se tutto il percorso per arrivarci è cambiato radicalmente.
L’autore è famoso per lasciare indizi nascosti già dai primi capitoli, e moltissimi fan stanno ancora cercando di decifrare cosa ci attende su Raftel (o Laugh Tale).
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